Moda e Solidarietà: Swap Party per una Moda più Sostenibile e Solidale
Martedì 22 ottobre si è svolto il primo Swap Party organizzato dalla lista SvoltaStudenti, nato con l’obiettivo di sensibilizzare ad un approccio più sostenibile alla moda, minimizzando gli sprechi di un’industria che produce milioni di tonnellate di rifiuti tessili ogni anno. Rifiuti che non tornano poi in circolo: infatti, soltanto l'87%* degli abiti finisce in discarica o viene incenerito, mentre il 30%* degli indumenti viene prodotto in eccesso e smaltito senza essere indossato nemmeno una volta. L'industria della moda è anche responsabile del 10% delle emissioni annuali di carbonio a livello globale ed è uno dei principali attori della deforestazione e del degrado del suolo.
In una società che predilige il fast fashion e dove l’obiettivo è la quantità di capi prodotti a discapito della qualità, l’abbigliamento è ormai considerato alla stregua di prodotti usa e getta. L’industria della moda però è tra le meno sostenibili al mondo, basta pensare che per la produzione di una maglietta vengono consumati 2700* litri di acqua: l’impatto ambientale dell’intera filiera è tutt’altro che sostenibile.
È fondamentale rivoluzionare le abitudini di acquisto, e per quanto possibile scegliere sempre meno il nuovo e sempre più l’usato in tutte le sue forme: negozi second-hand, vestiti tramandati, ereditati o appunto, scambiati come allo Swap Party.
Durante l’evento, ogni partecipante poteva portare i propri abiti non più utilizzati e ricevere in cambio un token da usare come moneta di scambio per “acquistare” altri capi presenti. Lo Swap Party ha avuto poi anche un risvolto benefico: i vestiti rimanenti sono stati raccolti e donati ad Opera San Francesco, fondazione che a Milano dà assistenza alle persone in difficoltà.
*Fonte: The impact of textile production and waste on the environment - European Parliament Research Service