La fame di carne della Cina “alimenta” il consumo di risorse naturali del Brasile
Uno studio del Politecnico di Milano su Nature Food rivela come la domanda cinese di proteine animali pesi su acqua, foreste e suolo sudamericano
Milano, 15 ottobre 2025 - Dietro una bistecca servita in Cina si nasconde spesso un campo di soia coltivato in Brasile. È la fotografia di un sistema alimentare sempre più interconnesso e fragile, al centro di uno studio pubblicato oggi su Nature Food e firmato da Camilla Govoni e Maria Cristina Rulli del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, insieme a La Zhuo della Northwest Agriculture & Forestry University (Cina) e della Chinese Academy of Sciences, e Dirce Lobo Marchioni della Universidade de São Paulo (Brasile).
La ricerca mostra come la crescente domanda cinese di carne e altre proteine animali dipenda in misura significativa dalle risorse agricole brasiliane, con effetti diretti sull’uso del suolo, sulle risorse idriche e sulla deforestazione.
Tra il 2004 e il 2020, le importazioni di soia dalla Cina sono passate da 6 a 60 milioni di tonnellate, con un picco di 68 milioni nel 2018: un aumento di oltre dieci volte, che nel 2020 ha richiesto 17,8 milioni di ettari di terra, un’area grande quanto l’Uruguay, e oltre 86 km³ di acqua piovana, più 0,29 km³ di acqua di irrigazione.
Questa soia – destinata in gran parte all’alimentazione di suini, pollame e pesci d’allevamento – sostiene quasi un terzo delle proteine animali consumate in Cina, pari al 29% delle proteine animali e al 10% delle proteine totali della dieta nazionale.
«Capire che una parte significativa dell’apporto nutrizionale di una popolazione di oltre un miliardo di persone dipende da risorse agricole situate dall’altra parte del mondo ci spinge a interrogarci sul futuro dei nostri sistemi alimentari», spiega Camilla Govoni, prima autrice dello studio e ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano. «Se vogliamo renderli resilienti, dobbiamo pensare non solo all’offerta di proteine, ma anche a una loro distribuzione più sostenibile ed equa, riducendo la pressione sugli ecosistemi e salvaguardando al tempo stesso la sicurezza alimentare globale».
Il lavoro, condotto anche grazie alla collaborazione di La Zhuo e Dirce Lobo Marchioni, pone l’accento sulle risorse idriche e sull’impatto ambientale dell’espansione agricola.
«Il Brasile è storicamente un Paese con scarse criticità idriche, ma deforestazione, cambiamenti d’uso del suolo, sovrasfruttamento agricolo e cambiamento climatico potrebbero indurre pressioni tali da generare stress e scarsità d’acqua», sottolinea Maria Cristina Rulli, docente di Idrologia e Sicurezza Idrica e Alimentare presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano. «L’espansione agricola legata alla soia non impatta solo sugli ecosistemi terrestri, ma comporta anche una redistribuzione globale delle risorse idriche, sotto forma di acqua virtualmente esportata».
Sebbene la Moratoria sulla Soia abbia limitato la deforestazione diretta, permangono fenomeni di conversione indiretta del suolo, soprattutto nelle savane del Cerrado e nelle aree di pascolo dismesse.
Lo studio è anche un esempio di approccio multidisciplinare, che ha integrato competenze in idrologia, scienze ambientali e nutrizione umana. «Solo l’integrazione di competenze diverse e la collaborazione con colleghi di Brasile e Cina ci hanno permesso di cogliere appieno la complessità del problema», aggiungono le autrici.
In conclusione, i risultati evidenziano l’importanza di strategie di governance globale per ridurre l’impatto ambientale della produzione e del commercio internazionale di proteine. Come conclude Camilla Govoni, «le scelte agricole e alimentari non possono più essere considerate solo a livello locale o nazionale: sono parte di un equilibrio globale che lega in modo invisibile Paesi, ecosistemi e popolazioni. Governare questo equilibrio con responsabilità è la vera sfida per garantire un sistema alimentare resiliente e sostenibile».
Lo studio: Govoni, C., Zhuo, L., Marchioni, D.M. et al. China’s animal-protein-rich diets are increasingly reliant on Brazil’s land and water resources. Nat Food (2025). LINK ALLO STUDIO
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